PILLOLE PER UN DIALOGO SU IMPRESA, MARKETING, FORMAZIONE E COMUNICAZIONE
Human Satisfaction News vuol comunicare concetti e notizie utili, per contribuire a una nuova cultura umanistica basata non più sul vecchio modello "consumatore", ma sulla centralità dell'essere umano con le sue necessità da soddisfare nelle aree dell'emotività, della ragione e dell'etica, per troppo tempo dimenticata. Chi legge potrà se crede inviare una sua pillola di 5-10 righe, orientata alla human satisfaction dei suoi amici, clienti e stakeholder, firmandola e inserendo la propria mail, con eventuali sito e link, per i lettori manager, imprenditori e professionisti che sono nel data base in costante crescita.
Un antichissimo ideogramma giapponese esprime con una sintesi perfetta sia la filosofia del marketing con valori umanistici sia la comunicazione che ne consegue.
Noi occidentali, ahimé scarsamente favorevoli all'ascolto, e quasi sempre proiettati soprattutto a "vendere" le nostre idee, dovremmo imprimerci questo ideogramma nella memoria e consigliare i giovani che trovano nei tatuaggi la loro effimera sicurezza, di farselo tatuare su di un braccio, se proprio…non ne possono fare a meno.
Almeno ogni tanto, guardandolo, ne avrebbero una guida positiva ed efficace per le loro relazioni umane.
-----------MAIL DI PHILIP KOTLER A MARZIO BONFERRONI -----------
Marzio,
I wish you success with your new book and its attractive cover and content.
Philip
Philip Kotler
Kellogg School of Management
Northwestern University
2001 Sheridan Road
Evanston, Illinois 60208
Questo messaggio l'ho ricevuto recentemente da Philip Kotler, con l'uscita del mio libro - "La fine del consumatore e la nascita della human satisfaction" - presentato in Marzo, Aprile e Maggio a Firenze, Milano, Roma.
Il 27.5 vi sarà una presentazione a Brescia alla fondazione La Rocca in Piazza della Loggia, 5 dalle 18 alle 19,30 con la presenza di personalità, professionisti di varie discipline tra cui l'economista Marco Vitale che, essendo di Brescia….giocherà in casa !
Vi aspettiamo!
Marzio Bonferroni
Giovanni Siri
Ordinario di Psicologia, consulente per scenari e trend culturali
E’ appena stata resa accessibile la ricerca Censis sull’”Italia delle generazioni” (comunicato stampa a: http://www.censis.it/7?shadow_comunicato_stampa=121055 ). E’ il primo importante segnale (attendiamo ancora un analogo segno dall’ISTAT ) dell'attenzione che infine anche in Italia venga data la necessaria rilevanza a questa importante integrazione alla prospettiva sociodemografica o degli stili di vita come criterio di segmentazione. Guardare la propria popolazione (intendendo anche quella di un determinato mercato) attraverso le lenti delle diversità generazionali può infatti aiutare il marketing di brand e prodotti, di distribuzione e di comunicazione a percepire più efficacemente il proprio “pubblico” di clienti attuali e potenziali. Le generazioni infatti, in virtù della recente storia sociale e tecnologica e delle miscelazioni imposte dal cosmopolitismo e dalle migrazioni, sono psicologicamente, culturalmente, socialmente differenti le une dalle altre. Non più solo per intensità delle stesse motivazioni o modulazione degli stessi pattern di cultura: ma per la diversità psicologiche sociali relazionali e motivazionali che ineluttabilmente producono diversi stili di vita, di consumo, di comunicazione.
In più, come l’indagine Censis sottolinea, le diverse generazioni vivono un poco a comparti stagni, in particolare quella che sta divenendo il fulcro del lavoro e del consumo, quella dei millennials, sembra evidenziare una cesura rispetto ai genitori (e forse anche rispetto ai figli). Il tutto nel quadro di una storica carenza di “gioventù” nella composizione sociale intrecciata alla tendenza a fare dell’essere “giovani” il nucleo vuoto di una identità friabile. Necessariamente sia chi gestisce le organizzazioni e deve includere i millennials e la generazione “Z” nella nuova forza lavoro, sia chi deve proporre brand e prodotti a queste generazioni (appartenendo spesso a quelle precedenti!) dovrà includere l’approccio generazionale nelle proprie competenze di base.
irissas@tin.it
La complessità del cervello umano è davvero sorprendente e rappresenta uno sconfinato campo di indagine scientifica. I neuroni che con moto continuo alimentano e permettono i nostri pensieri, le nostre azioni e la creatività, derivano da un ordine incredibilmente perfetto che possiamo soltanto ammirare e cercare nel tempo di sondare, con l'aiuto delle neuroscienze e di altre scienze e tecniche in costante evoluzione.
Questo articolo ci aiuta a capire qualcosa di questo meraviglioso mistero:
http://wisesociety.it/incontri/la-complessita-del-cervello-umano-e-sorprendente-2/?tg=nl060516
Il filosofo Giacomo Samek Lodovici ha raccolto il pensiero di alcuni grandi filosofi, riferiti alla comunicazione e al suo grande valore, se orientata per il bene della persona.
A ben guardare questi pensieri identificano elementi di grande valore anche per la stessa metodologia di marketing, in quanto base della comunicazione d'impresa e per la comunicazione umana interpersonale e sociale.
Andrea Sparvoli
giornalista e consulente di marketing
Andrea Sparvoli, ideatore e direttore di grandi successi editoriali e di marketing, traccia in modo netto e deciso le linee guida per il marketing del futuro, metodo a disposizione delle imprese che se davvero innovative guarderanno non più al "consumatore" con l'obiettivo esclusivamente di vendere, ma alla persona-cliente ovvero all'essere umano che oltre a desiderare prodotti e servizi sempre più di valore, é da "ascoltare" e soddisfare tenendo conto delle sue necessità etiche oltre che emotive e razionali.
andrea.sparvoli@spamas.191.it
Francesco Da Riva Grechi
avvocato e docente
“Rovesciando il titolo del celeberrimo saggio di Albert O. Hirschman del 1982, e senza la pretesa di fornire una nuova spiegazione dell’alternarsi dei cicli economici, si potrebbe trarre spunto dalla riflessione sul marketing umanistico per allargare la prospettiva oltre la dimensione del rapporto tra impresa e consumatore. Intendendo il “pubblico” diversamente da come lo proponeva Hirschman, e collocandolo in una sfera temporale che può essere sincronica con quella dei rapporti tra privati, la dottrina della Human Satisfaction può rendere migliori le relazioni che tutti gli esponenti delle aziende, gli imprenditori e i consumatori, ma anche i managers e i professionisti, hanno con lo Stato. Il punto è che Stato, oggi, significa tutt’altro rispetto allo Stato inteso secondo la tradizione liberale maturata nel contesto illuministico. Non che di quest’ultima non si possano continuare a ritenere operanti i principi, a cominciare da quello della libertà intesa in senso “negativo”, come libertà “dallo” Stato, ma non si può neanche sottacere che quest’ultimo sia oggi un’entità del tutto diversa da quella che abbiamo studiato e conosciuto finora. L’apparato giudiziario, in particolare, ha oggi assunto una morfologia del tutto nuova.
Per quanto di mia competenza mi occuperò del rapporto che il mondo delle imprese ha con il sistema giurisdizionale in Italia e in Europa, ovviamente solo accennando al tema che sin da ora appare richiedere ben altro spazio. Il marketing umanistico, nato e rigogliosamente sviluppatosi nell’ambito del mercato e della comunicazione d’impresa, con la sua semplicità e umanità, potrebbe infatti essere utile anche nei rapporti che i privati hanno con l’amministrazione della giustizia.
E’ inutile nascondere il disagio che imprenditori e professionisti hanno nel vivere questi rapporti, che già nella loro fisiologia riguardano momenti di conflitto e illecito e dunque richiedono un adeguato sostegno, filosofico, psicologico, religioso, se si vuole, e non solo. Le teorie della Human Satisfaction potrebbero fornire il supporto necessario anche in questo campo”.
francesco@studiodarivagrechi.it
Giuseppe Romano, noto giornalista e docente nell'area dei nuovi media, con una particolare attenzione al fenomeno dei videogiochi, considera come i media meritano una speciale attenzione in virtù di quel qualcosa di non effimero che posseggono, quali indispensabili canali di trasmissione dei contenuti. Sotto questa luce aveva ragione McLuhan, che resta attualissimo, perché guardava ai media da una prospettiva umanistica oggi per lo più emarginata e sottovalutata.
Diane Krall – Cry me a river
La nostra cultura dominata dal marketing vede la bellezza come una costruzione del corpo e non della totalità della persona. Così sorgono sempre più numerosi i metodi di operazioni plastiche e consumo di botox per rendere le persone più “belle”. Bellezze costruite, senz’anima. Se osserviamo bene, in queste bellezze fabbricate emergono persone con una bellezza fredda e con un’aura di artificialità incapace di diffondere luminosità.
Uno dei grandi estimatori della bellezza è stato Fiodor Dostoevskij. La bellezza era così centrale nella sua vita, ci racconta Anselm Grun, monaco benedettino e grande spiritualista, che il grande romanziere russo andava almeno una volta all’anno a vedere la bellissima Madonna Sixtina di Raffaello.
Se amiamo il marketing per come puo' migliorare la vita quotidiana, non potremo non amare la bellezza di cui anche il marketing si può vestire, ispirandosi all'arte.
In questo sito è possibile trovare momenti di ispirazione e di intima…human satisfaction: www.arte.it
Questo è il mio ultimo libro, presentato alla Bocconi sala editore Egea in Marzo 2019. Ha generato numerosi seminari nelle più importanti Università e il progetto per un convegno a Firenze per la creazione della Carta del Rinascimento Oggi, con il contributo di economisti, filosofi, psicologi, sociologi, docenti delle varie discipline.
Si trova in Amazon e in altre librerie online oltre che nelle librerie tradizionali.